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Effetto Farfalla: Teoria del caos e ottimizzazione per i motori di ricerca

Da quando mi occupo di promozione di siti internet uno dei mantra più diffusi dell’ambiente seo è sempre stato quello sui cosidetti ‘fattori seo‘, ovvero gli elementi ritenuti di volta in volta più importanti nella (poco) nobile arte del posizionamento organico su Google.

E’ una querelle senza fine, che tra l’altro non abbiamo inventato noi italiani, tanto appassionati di discussioni da bar, ma che abbiamo ereditato direttamente dagli americani.

Che ancora nel 2013 continuano ad occupare decine di post nei loro blog per discutere di H1 e di tag alt per le immagini, e non passa settimana che non venga pubblicato un articolo del genere.

Ora, non voglio fare il Savonarola di turno perché a mio tempo ho contruibito a mia volta ad alimentare discussioni del genere, e sappiamo come effettivamente Google negli anni possa o meno aver privilegiato alcuni particolari accorgimenti piuttosto di altri.

Come si dice, il diavolo si nasconde nei dettagli. E Google, the evil, con i suoi algoritmi, è sempre stato giustamente al centro degli studi dei seo in tutto il mondo, ci mancherebbe altro.

farfalla-gialla

Ma i tempi cambiano e se si vuole realmente fare informazione presso il pubblico potrebbe aver senso provare ad esprimere, sia pure in forma sintetica, la complessità dei cambiamenti che coinvolgono l’information retrival applicata alla ricerca web.

Mettere da parte gli H1, per una volta, e provare a seguire i contorni del più ampio contesto in cui il professionista di web marketing si trova ad operare.

Farsi le stesse domande, ma in modo diverso dal solito.

Voglio fare un piccolo esempio.

Proviamo a farci l’annosa domanda che vien fatta ai seo da anni.

Dobbiamo ottimizzare il codice per i motori di ricerca? E qual’è il codice giusto per posizionarsi su Google?

Ammettiamolo, è la madre di tutte le domande seo, è il motivo per cui si è sempre discusso di fattori o non fattori del posizionamento.

Le risposte in linea di massima ruotano in ogni caso entro due poli antitetici.

Ipotesi A: la SEO è morta

Secondo questa scuola è perfettamente inutile preoccuparsi del codice dei vari tag H1, H2 eccetera. Content is the King.
Il web del futuro vede la morte dei seo per inedia e il vittorioso e gaudente trionfo dei bravi content editor, premiati finalmente da Google che vince la sua decennale lotta allo spam.

Questo scenario è decisamente piacevole come una caramella alla frutta, se non fosse che presenta alcuni limiti abbastanza invalicabili, di cui ingenuamente quelli che sposano questa tesi non si curano affatto.

L’information retrival non potrà mai limitarsi ad accertare un ipotetico giudizio di valore completamente intrinseco al testo, o in generale al contenuto oggetto di indicizzazione. L’ipotesi che ‘si posiziona chi scrive meglio‘, per capirci, incontra gli invalicabili limiti letterari di un algoritmo, che è quello che ‘legge‘.
I maniaci del Content is the King dimenticano che si parla pur sempre di un ‘lettore’ algoritmico.

Al contrario, l’enfasi sul valore del contenuto è la cosa più sacrosanta del mondo. Ma non nascondiamoci dietro un dito: un contenuto non è l’unica cosa che viene valutata, in effetti, seo-morti a parte. Il ‘contenitore‘ incide parecchio sulle metriche di un testo pubblicato online. Basta provare a pubblicare lo stesso testo su un blog hosting-free qualsiasi o al contrario sul sito del Corriere della Sera. Venitemi a dire che non c’è differenza.

Ipotesi B: la SEO è viva

Questo filone di ipotesi vuole provare a dare una risposta meno utopica dei primi, ma non per questo non cade nella contraddizione di realtà che mina le fondamenta logiche dei loro antagonisti.

Se la SEO esiste e ha un senso, allora, qual’è questo benedetto codice per posizionarsi su Google?

🙂

Una parte risponde attaccando la litania dell’H1 e del tag alt delle immagini eccetera eccetera.
Per carità, i blog che diffondono questi sacramenti di base hanno anche un loro senso sul web, ma aspettarsi la ricetta miracolosa da queste figure mi sembra davvero difficile.

Una parte di seo fornisce una risposta molto più sofisticata. Ovvero la litania del tag H1, certamente; ma arricchita dall’ultimo tag del momento, il modernissimo tag provvidenziale che apre la strada alla seo del futuro.

Ultimamente questo tag era il rel author o tutte le varianti di codice per linkarsi con Google+ e far comparire la faccina dell’avatar in serp.

Ora, questo tipo di seo merita tutta la mia stima, perchè hanno senz’altro ragione nel credere nell’idea che un codice aggiornato all’ultimo dettaglio diabolico – ricordate, the evil… – sia il più adatto per competere nel mare magum della Rete.

Ma è anche vero che montare tutti i microformati aggiornati all’ultima moda potrebbe dimostrarsi essere un altro utopistico eccesso, altrettanto inutile, dove se non altro i fondamentalisti del Content is the King hanno almeno più speranze di veder crescere le loro metriche di traffico, rispetto ai nerd del codicillo seo ultimo formato.

Qual’è invece l’approccio che vogliamo dare ad una risposta nuova, complessa ma comprensibile, alla domanda fatta sopra?

Cosa deve fare un seo per posizionarsi su Google?

The Butterfly Effect

Nel 2013 un seo non può fare a meno di applicare nel suo mestiere quotidiano una certa padronanza – sia essa consapevole o meno – del funzionamento di un modello matematico noto come Teoria del caos.

Un analista seo che pianifica a tavolino una campagna di posizionamento organico deve necessariamente ipotizzare un modello deterministico – dotato chiaramente di infinite variabili – che riesca a descrivere, pur considerando la caoticità causale che determina i risultati di ricerca, un percorso di posizionamento che funzioni, al di là delle mille teorie.

Qualsiasi serp è un sistema che potremmo definire ‘caotico.

Perchè ogni serp è l’esito di infinite spinte sincroniche che incidono su una situazione iniziale per poi generare un determinato esito successivo (il nuovo ordine in serp).
Perchè l’andamento di una serp sul lungo periodo è imprevedibile per definizione.
Perchè l’evoluzione dinamica dei risultati in serp segue in ogni caso delle traiettorie che possono essere osservate.

Considerare l’effetto farfalla di ciascun componente di un sito significa pianificare una strategia seo consapevole e degna delle attuali sfide del settore.

Dietro il Butterfly Effect c’è l’idea che ‘piccole variazioni nelle condizioni iniziali producano grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema‘ [da Wikipedia].

In parole povere, sempre per rimanere a Wikipedia, ‘nella metafora della farfalla si immagina che un semplice movimento di molecole d’aria generato dal battito d’ali dell’insetto possa causare una catena di movimenti di altre molecole fino a scatenare un uragano‘.

Una moderna strategia seo deve prendere in considerazione non tanto i singoli fattori per il posizionamento organico, ciascuno per proprio conto inutile se avulso da un contesto complessivo più stratificato.

Deve invece analizzare e pianificare tutti quei battiti d’ali di farfalla che determineranno, tra le infinite e imprevedibili varianti in serp, esattamente quel posizionamento di primo piano che vogliamo assicurare al sito per cui stiamo lavorando.

Nello studio dei processi che dal battito d’ali della farfalla portano all’uragano seo che abbiamo in mente, avremo molte più possibilità di successo se sapremo inquadrare l’ordine dei problemi e la natura delle risorse che abbiamo a disposizione per risolverli.

Oltre ad avere a disposizione di un armamentario professionale molto più complicato di quello suggerito dal solito immancabile mantra sulle keywords e sugli H1.

Infine, alla domanda – ‘che codice dobbiamo mettere sui nostri siti per posizionarli sui motori di ricerca?‘ – serve una risposta meno semplice di quelle che si è soliti leggere.

Mettici il codice che fa battere le ali alle farfalle nella direzione giusta‘; questa è una risposta davvero onesta.
Pianifica l’uragano, perchè questa è l’unica strategia seo che funziona davvero‘.

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Discussione

  •     Creattivo comunicazione   -  

    Grazie articolo molto stimolante.

  •     Eugenio (SEO)   -  

    Ma quante cose si scrivono sulla SEO.. anche l’effetto a farfalla adesso! 🙂 complimenti per il post comunque

  •     Seo Guru   -  

    Grazie.

    Se ne leggono di tutti i colori!

    😀

  •     Paolo   -  

    Originale l’articolo molto bello e divertente! Complimenti

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